Via Superiore, 26, 23014 Andalo Valtellino SO
Il primo tratto del “Cammino mariano” taglia a mezza costa le pendici delle Orobie e consente di raggiungere il vecchio nucleo di Andalo dal versante alberato, che tanto lavoro ha dato in passato ai boscaioli.
A fare memoria di questa tradizionale attività rimangono, sulla montagna, ripide mulattiere con il fondo stradale concavo per far scorrere a valle i tronchi.
Andalo apparteneva alla parrocchia di Sant’Abbondio di Rogolo quando verso il 1670 i capifamiglia, nella speranza di poter dar vita a una parrocchia autonoma, deliberano la costruzione di una chiesa intitolata all’Immacolata. Il luogo prescelto si trova vicino alle case ed è ampio quanto basta per consentire la costruzione di una chiesa di adeguate dimensioni, a navata unica con cappelle laterali e ampio presbiterio.
Innalzata entro fine secolo, la chiesa viene arredata tra Sette e Ottocento facendo ricorso ai pittori locali più graditi alla committenza. Primo fra tutti Pietro Ligari, gloria del Settecento valtellinese e capostipite di una celebre famiglia di artisti. Sua la deliziosa tela ovale dell’Immacolata con Gesù Bambino e l’Eterno (ante 1718).
Nella cappella della confraternita del Rosario, fa da pala d’altare una Madonna del Rosario con i santi Domenico e Francesco (1798), dipinta in tarda età dal morbegnese Giovan Francesco Cotta. A Giovanni Gavazzeni di Talamona viene riferito il Battesimo di Gesù affrescato alle spalle del fonte battesimale (XIX secolo). Il volto pittorico del presbiterio porta la firma di Costantino Lurati, un pittore poco conosciuto ma probabilmente attivo tra il lago e la Valtellina oltre la metà dell’Ottocento.
La cappella più scenografica è quella mediana, arredata da un altare in marmi policromi di impostazione tipicamente settecentesca, nella cui nicchia trova posto una bella statua dell’Assunta contornata da putti. Di ottima fattura anche i due Angeli ceroferari ai lati dell’altare.
In anni recenti la comunità ha raccolto ed esposto, in ambienti di pertinenza della chiesa, materiali altrimenti destinati alla dispersione. In un locale interrato è stato sistemato il meccanismo dell’orologio della ditta Fratelli Terrile di Recco (GE), messo in opera sul campanile nel 1927 ma presto sostituito da un orologio elettrico. Nelle stanze sul fianco del presbiterio è stato allestito il “Museo ca de na volta”, con attrezzi e arredi della civiltà contadina.
Alle spalle della chiesa si estende il nucleo rurale dei Carutii, dove troviamo altri segni di devozione mariana: una Immacolata affrescata su una grande casa e una santella edificata nel 1739 dalla famiglia Dell’Oca meglio conosciuta come il “Gisó di Loca”.