SP27, 122, 23033 Tiolo SO
Tiolo sorge lungo l’antica direttrice di valle, nel punto in cui si staccava una delle mulattiere dirette al passo del Mortirolo (1852 m), battuto per secoli da chi aveva la necessità di portarsi in Valcamonica e da lì raggiungere Brescia o Venezia e, in direzione opposta, da chi intendeva venire in Valtellina o nei Grigioni dai vasti territori della Repubblica Veneta.
Il Mortirolo, tappa tra le più impegnative del Giro d’Italia, è oggi percorso soprattutto da ciclisti e motociclisti.
Edificata a bordo strada, la chiesa della Visitazione verso la fine del Quattrocento godeva già della presenza fissa di un cappellano e disponeva di un’osteria voluta dal Comune di Grosio per offrire ristoro e ospitalità ai viandanti. Si tratta dell’ampio caseggiato di fronte, che nel secolo scorso è stato sede di una rivendita all’ingrosso di bevande: da qui la gigantesca scritta “FERRO-CHINA BISLERI. Tonico ricostituente del sangue”.
Appartengono al primitivo edificio il campanile in stile romanico-lombardo, rimaneggiato fra Otto e Novecento, e un affresco cinquecentesco raffigurante la Madonna col Bambino tra i santi Vincenzo Ferrer e Nicola da Tolentino.
La chiesa è stata ampliata nel Seicento e resa più scenografica nel Settecento con l’aggiunta di un protiro a tutta larghezza, retto da colonne in pietra verde su plinti scolpiti. Sotto le volte, l’occhio corre alle lunette con affreschi votivi di gusto popolare (1746, 1748). La porta presenta un rivestimento in lamina metallica sbalzata, datato e firmato “Gio Maria Ventura 1694”.
L’altar maggiore di Pietro Ramus (1663-64) si staglia sulla parete di fondo con una calda luminosità dovuta alle generose dorature. Da lontano se ne coglie la grandiosità, esaltata dal contrasto con il candore degli stucchi. Da vicino si distinguono i dettagli: mascheroni, pendagli di frutta, strumenti musicali, putti, angeli musicanti e in cima il busto del Padre Eterno. Il tutto a far da cornice alla pala della Visitazione di Carlo Marni.
La chiesa di Tiolo ha conosciuto forme di devozione oggi perdute. A parete venivano esposti gli ex voto dipinti e moltissime “statue” realizzate colando cera e trementina entro stampi anatomici a forma di cuore, occhi, mammelle, gambe, braccia e via elencando. Le maggiori attenzioni erano riservate a una piccola statua in gesso della Madonna col Bambino considerata miracolosa e omaggiata con il dono di abiti e gioielli. Stava sull’altare del Rosario, ma è stata rimossa nel secolo scorso per far posto a una nuova scultura.





