Via Roma, 1, 23010 Buglio In Monte SO

Se la si visita rimanendo sul piano, la Valtellina viene percepita come una lunga, lunghissima valle delimitata da versanti molto diversi fra loro: a sud ci sono boschi e castagneti, a nord prati e vigneti a far da contorno agli abitati. Si fa poco caso alle valli laterali.

Il Cammino mariano, nel tenersi discosto dal fondovalle, regala l’esperienza di inoltrarsi nell’ombra delle strette valli, per poi ritrovare la luce e ampio orizzonte di sguardo. È quanto accade quando il sentiero lascia la Valle del Gaggio per raggiungere Buglio che, dall’alto di un balcone naturale, si affaccia sul piano della Selvetta.


Il paese si è sviluppato intorno alla chiesa di San Fedele, già esistente in epoca tardo medioevale ma elevata al rango di parrocchiale solo nel 1437, quando si consuma il distacco da Ardenno. La raggiunta autonomia deve aver reso inadeguato il primitivo edificio, che viene ricostruito entro il 1521, anno della consacrazione.
Risalgono a questa stagione le tre splendide vetratine rinascimentali prodotte da rinomati maestri vetrai di Como, collocate in alto nel presbiterio e sopra l’ingresso laterale di destra. 
Si colloca intorno al 1521 anche il bel Polittico della Maddalena, con dipinti del bresciano Vincenzo de Barberis racchiusi entro cornici lignee dorate. 


La chiesa viene nuovamente ricostruita nel corso del Seicento secondo il consueto schema a navata unica, cappelle laterali e ampio presbiterio. Ai lavori prendono parte maestranze ticinesi: capomastri muratori scalpellini di grande esperienza, coinvolti in molti altri cantieri della valle, tra cui il capomastro Martino Adamo da Carona, che lega il suo nome alla costruzione del campanile (1663-1667).
Con il generoso aiuto dei fedeli emigrati a Roma, nelle cappelle vengono via via collocati nuovi altari in legno, scagliola o marmo, e dipinti di gusto ormai barocco. Tra gli arredi di maggior pregio si segnala, nel presbiterio, la cattedra lignea di Giovan Battista Del Piaz, intagliatore trentino stabilitosi in Valtellina.


Nel 1920 la chiesa è stata allungata di una decina di metri, con l’aggiunta di una campata e relative cappelle. Sulla nuova facciata sono stati ricollocati elementi di recupero, come il portale maggiore (1687) o le statue in stucco di San Fedele e della Madonna col Bambino. 


L’edificio non è intitolato alla Vergine, ma le immagini mariane sono numerose e raccontano di una fede che mai si è intiepidita e che durante la seconda Guerra Mondiale, quando il paese è stato teatro di episodi dolorosi, si è indirizzata verso la statua mariana esposta nella seconda cappella di sinistra.