Via Prestino 23030 Tovo di Sant'Agata (SO)
In questo tratto di valle una fitta vegetazione ricopre entrambi i versanti.
Perfino gli edifici storici più rappresentativi, come le chiese e le strutture fortificate, a mala pena riescono a segnalare la propria presenza.
Il castello di Bellaguarda è stato costruito nel XIII secolo per assicurare il controllo dell’area ai Venosta, Signori della pieve di Mazzo, ma la torre sommitale e le mura a ventaglio sono oggi sotto costante assedio del bosco.
Poco più in basso, stessa sorte tocca al suggestivo “recinto sacro di Tovo”. Il complesso è composto da due chiese di epoche diverse e da una abitazione a disposizione dei sacerdoti. Tutt’intorno, il sagrato e l’antico cimitero sono perimetrati da una cinta muraria che individua uno spazio ad uso esclusivo del culto.
L’edificio più antico è quello a valle, munito di un campanile allineato alla facciata. Di origine medioevale, era intitolato unicamente a san Cassiano e solo in un secondo momento si è aggiunto il santo martire Ippolito. La sua capienza è modesta e nel Seicento è stata aggiunta una loggia in legno, accessibile dalla scala esterna.
Una cancellata in ferro battuto separa l’aula dall’abside, affrescata nel 1560 dal più importante pittore valtellinese del tempo, Cipriano Valorsa di Grosio, che firma e data il ciclo sopra la finestra e al centro del sottarco.
L’oratorio non era dunque intitolato alla Vergine, ma la fiancata destra esibiva un grande affresco rinascimentale con due santi e una Madonna in trono col Bambino, confidenzialmente detta la “Madonnina”.
A protezione delle sacre figure doveva esserci una semplice tettoia sostituita, sul finire del Seicento, da vere e proprie cappelle con antistante portico retto da colonne in pietra. I fedeli potevano così trovare riparo in un ambiente chiuso solo da cancellate, concepito per favorire il culto e valorizzare gli affreschi.
Risale al 1893 la decisione di innalzare, al posto del portico, una nuova chiesa che viene dedicata alla Madonna di Caravaggio, apparsa il 26 maggio 1432 nel giorno in cui il calendario liturgico ricorda san Cassiano. Ecco dunque il Nuovo aggiungersi a ciò che preesiste, inglobando le cappelle seicentesche senza rinunciare a qualche tocco di modernità ravvisabile negli altari di nuova impostazione, nel gruppo ligneo dell’Apparizione della Madonna di Caravaggio alla veggente Giovannetta (1898) e nel dipinto di Torildo Conconi (1938) che, nella seconda cappella, registra la devozione locale ai santi Rocco e Marco.





